Set 29

IMPARIAMO IL CORSIVO – Introduzione

la calligrafia pensiero ricamato

Ci sono tanti modi per insegnare a scrivere in corsivo, io ho preferito introdurlo a partire da metà classe prima per aiutare i bambini a cencentrasi meglio, nella prima parte dell’anno, sui suoni e sulla loro rappresentazione grafica con lo stampato maiuscolo.

Dopo aver seguito un corso di aggiornamento tenuto da un’esperta del metodo Venturelli, ho deciso di utilizzarlo, pur adattandolo alle mie esigenze.

Ecco qualche materiale per conoscere questo metodo, utile per evitare e superare problemi di disgrafia:

Workshop per  insegnanti di Allessandra Venturelli

Materiale per insegnanti   Corso di formazione A.Venturelli

… e alcune pubblicazioni (con suggerimenti molto utili di attività di pregrafismo per l’ultimo anno della scuola dell’infanzia)

lettere in fondo al mare    dal gesto alla scrittura

Ho trovato interessanti spunti anche in diversi libri della casa editrice Erickson:

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In rete sono reperibili alcuni materiali per aiutare i bambini a impugnare correttamente la matita. Io spesso introduco l’attività del corsivo con qualche gioco per “sciogliere” spalle, polsi  e dita… e ai bambini piacciono molto!

Motricità Fine

Impugnatura corretta per scrivere bene

Ecco il link a un video che spiega alcuni esercizi e esempi di impugnatura. Lo stesso autore ne ha realizzati diversi.

video impugnatura

Abbiamo dedicato al corsivo un quaderno apposito, a righe di classe 1° e, anche se non è indispensabile, ho consigliato l’acquisto di una matita triangolare per “guidare” l’impugnatura.

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L’introduzione è stata lunga… ma prometto che nella prossima “puntata” arriveranno esempi concreti.

Buon lavoro

Maestra Anna

 

 

 

Set 26

TESTO RICCO

Qualche giorno fa, ho seguito un breve corso di aggiornamento tenuto da Vittoria Busatto.

Una delle sue proposte di attività riguardava la correzione collettiva di un testo libero.

Lunedì abbiamo subito provato a mettere in pratica l’idea: come nostra abitudine abbiamo iniziato la giornata e la settimana con il gioco del passaparola: ogni bambino, a turno, racconta brevente un episodio del fine settimana, qualche avvenimento che si attende con ansia o esperienze accadute anche tempo prima ma che si desidera rendere note ai compagni. Ogni bambino racconta,  poi passa la parola a un compagno.  Le regole da rispettare sono poche ma essenali: non interrompere chi sta parlando, ripettare il turno e stare attenti a chiamare solo chi non ha ancora parlato. Da maestra aggiungo, pian piano, qualche regola per migliorare la correttezza (non si inzia con “che io”…).

Questa settimana, al termine del giro, un bambino estratto a sorte (per noi il primo a provare è stato Alessandro)  ha dettato alla maestra la sua “comunicazione”.

Ecco che cosa ho scritto alla lavagna:

“SONO ANDATO A PESCARE E HO PESCATO TRE PESCI.”

Non poteva esserci spunto migliore per il nostro lavoro: giochiamo ai detective!

Quante cose non sappiano! Proviamo a stimolare il ricordo di Alessandro facendogli tante domande. I bambini hanno subito preso gusto e le domande non finivano più. Io, su un cartellone, ho scritto sia le domande che le risposte del nostro compagno che con sempre maggire precisione rievocava l’esperienza. Non ho dato suggerimenti, i bambini da soli “sentivano” cosa mancava.

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Alla fine, insieme , abbiamo fatto ordine e abbiamo riscritto il testo. Ci è sembrato proprio bello e  tutti ora non vedono l’ora che arrivi il proprio turno… sì, abbiamo deciso che ogni lunedì scriveremo le nostre storie e ne faremo un libro!

Ecco il risultato:

“Quest’estate, in agosto, ero in montagna con i miei nonni perchè la mamma e il papà dovevano lavorare. Un sabato mattina sono andato a pescare: mi piace tantissimo! Ho usato come esca i tortellini e lo scooby – doo e ho preso due persici e una trota. La trota era grigia con la pancia bianca mentre i due persici avevano anche le pinne rosse. E’ stata dura tirarli su perchè erano grossi! Ho lasciato scappare la trota che si è nascosta sotto un sasso. I persici li ha cucinati in padella la nonna: erano buoni. Alla fine ho pensato: “Se ci andavo tante volte chissà quanti ne pescavo!”

Scrivere il testo insieme ci ha dato l’occasione per rivedere la divisione in sillabe, alcune difficoltà ortografico e per lavorare sulla scelta della punteggiatura adatta.

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Set 26

Festa della mamma

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Lug 05

LE STAGIONI … ATTRAVERSO I LIBRI

Nell’ultima parte dell’anno, con la mia prima, abbiamo rivisto le 4 stagioni di cui avevamo parlato durante tutto l’anno, attraverso alcuni libri.

Eccoli, sperando che possano essere utili ad altri…

PS. Per chi, come me, abita a Cremona, sono tutti reperibili presso la biccola biblioteca

  • Titolo: Il girotondo delle stagioni
  • Autore: Béatrice Fontanel
  • Editore: L’Ippocampo
  • Data di Pubblicazione: 2006

Un libro da vedere e da farsi raccontare… al ritmo delle stagioni. La storia del balanino che depone l’uovo in una ghianda, del cuculo pigrone, dei topi quercini così ghiotti di bacche: storie vere, a colori, per scoprire quello che capita nel bosco e nel prato accanto. Il tutto raccontato attraverso testi (+8) ma soprattutto attraverso grandi fotografie meravigliose.

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  • Titolo: L’ albero
  • Autori: Gaia Volpicelli, Armhel Mona Lazard
  • Editore: Arka
  • Collana: Quattro stagioni
  • Data di Pubblicazione: Marzo 1994

Per le piccole dimensioni si presta di più alla lettura individuale. I disegni semplici e chiari mostrano, attraverso una semplice storia, i cambiamenti stagionali.

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  • Titolo: L’ albero di mele
  • Autore: Catarina Kruusval
  • Editore: Il Castoro
  • Data di Pubblicazione: Gennaio 2008

Nel giardino di Marta c’è un grande albero di mele. Ogni anno regala intere cassette di frutti ed è il posto preferito per i giochi di Marta e del suo amico Martino. Ma un autunno una bufera spezza il tronco e lo abbatte. La mamma comprerà un alberello nuovo, ma proprio piccolo e così diverso dal grande albero di mele! Ma con un po’ di pazienza crescerà e nascerà di nuovo una piccola mela e poi un’altra ancora… Una storia delicata e istruttiva con immagini ricche di particolari. I cambiamenti stagionali fanno da sfondo al racconto ma è la trama a conivolgere i bambini.

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  • Titolo: Le quattro stagioni. Una storia ispirata alle musiche di Antonio Vivaldi. Con CD Audio
  • Autori: Chiara Carminati, Pia Valentinis
  • Editore: Fabbri
  • Data di Pubblicazione: Novembre 2005

Un testo semplice e poetico dalla cadenza carezzevole accompagna il bambino alla scoperta delle stagioni e delle trasformazioni che esse impongono al mondo. Ogni immagine racconta un piccolo mondo, seguendo idealmente i movimenti della celebre opera di Vivaldi. Un altro punto di vista, tra musica e arte, per ripercorrere l’alternarsi delle stagioni.

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Lug 05

FACCIAMO IL FORMAGGIO

Qualche tempo fa, in gita con la mia classe, ho visitato la fattoria didattica Ca’ degli Alemanni di Cremona. E’ stata davvero una giornata interessante e, tra le altre attività, abbiamo anche provato a fare il formaggio.
Anche sul sito www.ilsaporeeilsapere.it ilsaporeeilsapere  nella pagina dei materiali, ho trovato un progetto con le indicazioni su come fare il formaggio… e così oggi, con i miei bimbi e le cuginette Alice e Isabella, ho voluto riprovare l’esperienza.

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Che meraviglia! E, nonostate fosse la prima volta, abbiamo ottenuto un buon risultato.

Ecco il procedimento che abbiamo seguito.

Cosa occorre:

latte intero

caglio (in vendita in farmacia, a Cremona l’ho prenotato alla farmacia vicino all’Ospedale ieri e questa mattina c’era già)

yogur intero naturale

sale

una pentola

una frusta in metallo o un coltello

una o più contenitori forati (va bene anche un piccolo scolapasta o la parte interna di una piccola centrifuga per insalata, o meglio ancora una vera “fuscella”)

Procedimento:

scaldare il latte a circa 40 gradi (io ne ho usati 2 litri)

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togliere dal fuoco e aggiungere il caglio (seguendo le istruzioni e le proporzioni della confezione), mescolare.

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aggiungere un cucchiaio di yogurt e un pizzico di sale

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Lasciare riposare per circa 30 minuti; la cagliata è pronta quando forma uno strato consistente, sul quale premendo il palmo della mano questo non vi affonda dentro ma incontra una certa resistenza, anche la frusta non affonda ma si poggia in superficie.

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con la frusta si rompe la cagliata, lavorandola energicamente fino ad ottenere pezzetti il più piccoli possibile.

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a questo punto si può tirare fuori dalla pentola la cagliata pescandola con la forma o “fruscella”,va pressata bene, quanto più siero verrà fuori, tanto più il formaggio sarà compatto.

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Io, per far giocare i bambini, ho usato bicchierini di palastica forati.

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Il tavolo della cucina alla fine era un lago, anche se avevo preparato vassoi e ciotole per raccogliere il siero e la quantità di formaggio prodotta era pochina … ma è l’esperimento è riuscito.

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Naturalmente lo abbiamo conservato in frigo e mangiato presto… lasciamo agli esperti la stagionatura!

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